La gente spesso mi chiede perché ho scelto il violoncello come strumento. Dall’alto dei miei cinque anni sono stata determinata a fare il violoncello per un motivo:
“Le luthier de Venise”di Claude Clément, illustrato da Frédéric Clément.
Può un libro decidere su una vocazione?
Le luthier de Venise, racconta la storia di un liutaio che vive su uno dei canali di Venezia, dall’altro lato del quale vi è un grande albero dove gli uccelli vengono a folleggiare. Il giorno in cui l’albero muore, il liutaio usa il legno per fare un violoncello incredibile da cui solo un cuore talentuoso potrà tirar fuori bella musica.
Il carnevale è in pieno svolgimento e il liutaio, da solo nel suo negozio, guarda la città in delirio e dice: “Tra queste persone, chi sarà colui che farà cantare il mio violoncello? “.
Un anno più tardi, dopo avere ridisegnato tutte le immagini del libro e avere raccontato la storia a chiunque volesse ascoltarla, ho pregato i miei genitori per iniziare a studiare il violoncello.
Lui è cresciuto con me, da violoncello “mezzo” a quello “pro”.
Le note sbagliate, i concorsi e gli esami non passati, i dubbi, le lacrime, ma soprattutto i momenti musicali unici, condivisi, storie di successo, incontri indimenticabili, la prima volta nella bottega del liutaio…
Vent’anni dopo avere voltato per la prima volta le pagine di questo libro, ho scritto all’autrice, Claude Clément, per dirle quanto il suo libro era stato importante nella mia vita artistica.
Lei mi ha allora rivelato alcuni segreti sulla nascita di questo libro:
“Ho iniziato a scrivere questo libro dopo aver assistito a un’intervista a Étienne Vatelot condotta da Jacques Chancel. Questo principe liutaio francese piangeva raccontando di come la sua arte era stata trasmessa nella sua famiglia, di padre in figlio, per generazioni.
Emozionata, mi sono seduta alla mia tastiera ispirata dal racconto che avevo appena sentito, ricordando un albero imponente e magnifico che avevo intravisto attraverso la porta aperta di un giardino di Venezia. Ma ancora mancava una “primavera” alla mia storia.
Questa mi fu regalata da Rostropovich a Montpellier durante un concerto all’aperto.
Virtuoso venerato, Rostropovich doveva rifiutare di fare un bis al fine di correre a prendere l’aereo, ma egli cedette tra gli applausi e ci concesse un ultimo breve pezzo.
Non posso neppure descrivere la qualità del silenzio che si è diffuso tra il pubblico. E ho dimenticato qual’era il pezzo. Ricordò però, in questo magico silenzio, la presenza del canto degli uccelli e la pazienza di questo violoncellista prodigioso che ha atteso fino a quando il loro canto si è concluso per iniziare il suo, ed entrare in sintonia con noi. Così è nato Le luthier de Venise.
Qualche settimana dopo queste confidenze mi trasferivo in Italia, sostituendo Venezia con Perugia, ma mantenendo il violoncello e il liutaio…
Ancora oggi apro regolarmente questo libro e guardo ancora le foto con gli occhi di una bambina…